La produzione totale in superficie è di 11.671 ettari con produzioni di 156.414 quintali ( anno 2007).
Fino alla metà dell’800 la coltivazione della nocciola “Tonda Gentile” delle Langhe era condotta a sistema promiscuo con le altre colture aziendali, cosicché in un’area di coltivazione apparentemente molto diffusa si otteneva in realtà una produzione estremamente limitata, destinata quasi esclusivamente all’autoconsumo oppure a piccole attività artigianali di pasticceria. Tra la fine del secolo scorso e l ‘inizio dell’attuale si sviluppò un numero consistente di industrie dolciarie, soprattutto cioccolatiere, interessate a questo prodotto, così il commercio delle nocciole piemontesi, preferite anche dalle industrie europee per le ottime caratteristiche organolettiche, stimolò la coltivazione, facendo nascere i primi noccioleti in coltura principale. Tuttavia, la mancanza di precise cognizioni tecniche la radicata convinzione che questo tipo di piantagioni richiedesse scarse cure colturali determinarono tutta una serie di problemi: l’eccessiva densità degli impianti, la carenza di concimazioni, la mancanza di potature adeguate e, spesso, la sommaria scelta degli ambienti di coltura fecero si che la produttività degli impianti procedesse a fasi alterne, nonostante il diffondersi della coltura in un’ampia fascia collinare tra i 250 ed i 700 metri s. l. m. E’ soltanto dagli anni’30 che la corilicoltura nelle Langhe ha cominciato a trasformarsi, adattandosi gradualmente alle nuove conoscenze sulle esigenze delle piante in rapporto all’ambiente, sulla opportuna scelta dei terreni, dei sesti d’impianto e delle tecniche colturali come concimazioni, lavorazioni del suolo, potature. Soprattutto nella provincia di Cuneo e nell’Albese, più che nelle altre province piemontesi, dove pure la coltivazione del nocciolo è presente, la corilicoltura ha continuato a registrare nel tempo incrementi significativi, che testimoniano il singolare legame socio-economico instaurato da questo settore produttivo con il suo territorio. In effetti, benché non si sia configurata che raramente come coltura aziendale principale, la coltivazione del nocciolo ha instaurato costantemente un regime di complementarietà con altre colture pregiate, quella della vite in particolare. Questo, da un lato, le ha permesso di impossessarsi o di ricondurre a produttività terreni ridotti ormai a scarso significato economico dall’abbandono della viticoltura (per la scarsa fertilità, la pendenza, l’esposizione sfavorevole ecc.). Dall’altro ha consentito, grazie alla possibilità di conduzione part-time degli impianti, il mantenimento di manodopera e di una coltura agricola specializzata in zone di alta collina tendenti allo spopolamento.
Attualmente la provincia di Cuneo detiene il primato in Piemonte della superficie coltivata a nocciolo in coltura principale: con i suoi circa 7.000 ettari, dei quali oltre 2350 ettari sono concentrati principalmente nelle Langhe, copre quasi l’89,5 della superficie regionale destinata alla corilicotura e fornisce quasi l’85% della produzione piemontese. Superfici che qui risultano in graduale aumento, a fronte di contrazioni nelle estensioni colturali registrate invece, da altre province corilicole del Piemonte meridionale.
L’ indicazione Geografica Protetta è stata riconosciuta con decreto ministeriale 2 dicembre 1993 alla denominazione “Nocciola Piemonte”, riservata alla cultivar “Tonda Gentile delle Langhe” coltivata nel territorio idoneo della regione Piemonte, considerandone, recita il testo di legge, “…le caratteristiche qualitative particolari e di pregio…”.
Oggi la produzione piemontese, con la sua spiccata attitudine alla trasformazione industriale che la rende molto interessante dal punto di vista economico, si avvicina ai 100.000 quintali, che rappresentano circa l’8/9% di quella nazionale.
La Raccolta
La raccolta eseguita a completa maturazione dei frutti, quando si staccano spontaneamente dalle brattee e cadono al suolo, è in grado di garantire una resa elevata alla sgusciatura ed una buona qualità del prodotto. I frutti maturi, infatti, presentano un peso superiore ed un livello di umidità più basso. Considerata la forte tendenza dei frutti ad assorbire l’umidità dal terreno, occorre che la raccolta sia tempestiva ed eseguita a più riprese per impedire il deterioramento e garantire la qualità dei frutti.
Consorzio Tutela Nocciola Piemonte
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