Molto interessante e proficuo è stato l’incontro, tenutosi il 13 settembre presso il Ministero delle Politiche Agricole, tra il viceministro Olivero, l’onorevole Mario Caruso, presidente di Italia Civile Popolare, membro della commissione Contraffazione e promotore dell’iniziativa, e il presidente della ’”Comunita’ della Nocciola dei Nebrodi”, Enzo Ioppolo, accompagnato da una delegazione.
Dopo aver esposto la problematica dei danni arrecati alla produzione di nocciole, nei comuni dei Nebrodi, a causa di una presenza eccessiva e inarrestabile dei ghiri, si è fatto presente che in alcune aziende è stata testato l’ uso di “dissuasori biodinamici”, sia per i ghiri che per le cimici, ottenendo risultati incoraggianti e meritevoli di maggiore approfondimento e verifica.
Il Viceministro si è dimostrato fortemente interessato, fra l’altro era già perfettamente a conoscenza delle problematiche che interessano le produzioni di nocciole su tutto il territorio nazionale; in particolare, era già stato coinvolto per le problematiche provocate dalle cimici che compromettono le caratteristiche qualitative del prodotto.
Tale fenomeno delle cimici, anch’esso già da tempo presente e irrisolto in Sicilia, nell’ultimo anno ha interessato in modo rilevante e preoccupante anche le produzioni delle altre regioni (principalmente in Piemonte). Alla fine si è convenuto di procedere monitorando e verificando l’efficacia dell’impiego di “dissuasori biodinamici” con la collaborazione del CREA al fine di dare una base scientifica alla sperimentazione .
L’Ente di ricerca, infatti, è già coinvolto nella risoluzione del problema delle cimici attraverso alcuni studi, ricerche e verifiche sui dissuasori. Inoltre, il Ministero farà, eventualmente, da coordinatore sulle iniziative per la risoluzione di problemi alle coltivazioni a livello nazionale, indirizzando i singoli Assessorati Regionali anche nelle attivazioni delle specifiche misure previste dai PSR.
È emerso fra l’altro che la migliore soluzione possibile del problema dei ghiri è il successo dei dissuasori, poiché tortuoso se non impossibile è il percorso di modifica legislativa per rimuovere il ghiro dalle specie protette, facenti parte della fauna selvatica, e declassarlo ad animale infestante e dannoso. Tuttavia, nel frattempo, tramite il Ministero dell’Ambiente, si avvieranno le procedure per verificare se la specie è autoctona o meno.
Enzo Ioppolo